La storia a targhe alterne: lo stadio Luigi Ferraris tra progetti veri e inaccettabili ipocrisie

La storia a targhe alterne: lo stadio Luigi Ferraris tra progetti veri e inaccettabili ipocrisie

Il Luigi Ferraris, affettuosamente chiamato il tempio dai cittadini genovesi, è molto più di un impianto sportivo: è un simbolo di identità e passione. Costruito da Genoani per Genoani. La sua storia, che questo sito ha più volte ripercorso, però, è segnata da vicende che oscillano tra sogni ambiziosi e un’incapacitá politica bipartisan che sfocia addirittura in protervia e lascia pensare persino a dolo come nelle posizioni più recenti assunte dalla candidata sindaco Silvia Salis e da parte dell’establishment legato alla Sampdoria.

Le proteste dei tifosi genoani contro Garrone
Nel 2002, i tifosi del Genoa scesero in piazza contro Riccardo Garrone, allora presidente della Sampdoria, che ventilava l’idea di demolire il Ferraris per costruire un nuovo stadio riservato ai blucerchiati, relegando il Grifone a un ruolo di secondo piano. All’epoca nessuno ebbe tra l’altro nulla da ridire all’ipotesi dal sovrano formulata che il Genoa si sarebbe dovuto adattare e pagare un affitto andando a Trasta o alla Colisa. Fu però fermato dai Genoani. Le proteste, vibranti e determinate, con diversi cortei organizzati contro i poteri forti dai tifosi rossoblù difesero l’esistenza del Ferraris come patrimonio condiviso, costringendo a un passo indietro. Fu un ennesimo momento di unità e orgoglio rossoblù, che sancì l’intoccabilità dello stadio senza l’accordo dei tifosi genoani che lo stadio se lo sono difeso e costruito.

I progetti di Populous e Oak View
Negli ultimi anni, il Genoa, sotto la proprietà di 777 Partners, ha commissionato progetti di riqualificazione del Ferraris a studi di fama internazionale. Populous, artefice di impianti iconici come il Tottenham Hotspur Stadium, ha immaginato una “Cattedrale” moderna, con spazi commerciali e servizi attivi sette giorni su sette, rendendo lo stadio un polo attrattivo per Genova. Anche Oak View ha proposto un piano di ammodernamento, in linea con le ambizioni del club di valorizzare il Ferraris come asset strategico. Questi progetti sono stati soffocati, ne è stata fermata la circolazione sulla stampa e sono stati soppiantati come a Firenze da progetti politici. Il Genoa cfc non si è comunque tirato indietro e subendo i diktat della politica che ha rubato i contenuti e li ha affidati ad aziende dai conti preoccupanti e pure sotto inchiesta ha accettato di svilupparli in collaborazione con ministeri e organi sportivi, puntando a un modello di proprietà e/o gestione condivisa tra Genoa e Sampdoria, con le squadre come protagoniste nella proprietà e nella gestione.

Il voltafaccia di Silvia Salis
In questo contesto di progresso, la candidata sindaco Silvia Salis uscita dal nulla e prepotentemente imposta a Genova da Roma con una coalizione che va dai cinque stelle al Pd passando per le estreme intorno a un personaggio che prima di essere messo lì come un personaggio di una fiction televisiva collaborava già col potere che sembra criticare, sintomo in italia di poteri che ricordano le pagine peggiori della nostra repubblica, ha sparigliato le carte, dichiarando che il Ferraris deve rimanere di proprietà comunale, proponendo un mutuo a lungo termine per la ristrutturazione. Una posizione che stride con anni di lavoro congiunto tra club, istituzioni e ministeri per affidare la gestione dello stadio alle squadre, come avviene in tutti gli impianti moderni. Gravando i cittadini di spese inaccettabili. Salis ignora i passi avanti fatti, presentando una visione retrograda che rischia di gravare sulle casse pubbliche. Il presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, a sua volta nel dolo propendendo per Cds anziché dare progresso alla città ha giustamente sottolineato l’incoerenza di questa proposta, evidenziando come la concessione alle squadre sia una soluzione più sostenibile rispetto a un ritorno al controllo comunale.

Il sospetto sulla Sampdoria e l’ombra dei contribuenti
La retrocessione della Sampdoria in Serie C e le sue difficoltà finanziarie, con il club sull’orlo del fallimento, gettano un’ombra inquietante sulla proposta di Salis. Sempre più voci suggeriscono che il Ferraris sia percepito come un peso insostenibile dai blucerchiati. La retorica della candidata sul “Ferraris pubblico” sembra rispondere a una logica opportunistica: garantire alla Sampdoria l’uso dello stadio a costo zero, scaricando sui contribuenti genovesi il fardello di un club in crisi. È un’ipocrisia mascherata da interesse pubblico, che tradisce il lavoro fatto per rendere il Ferraris un progetto condiviso e autofinanziato.

L’attacco: incoerenza e populismo
La posizione di Salis è un capolavoro di incoerenza. Da un lato, ignora i progetti avanzati di Genoa e Sampdoria, che puntano a un Ferraris moderno e sostenibile; dall’altro, strizza l’occhio a una Sampdoria in difficoltà, proponendo un salvataggio pubblico che puzza di clientelismo. È un passo indietro rispetto a un modello di gestione che vede i club come responsabili del loro futuro, in linea con le migliori pratiche europee. Pretendere che il Ferraris resti comunale, in questo contesto, non è solo anacronistico: è un tentativo di scaricare sui cittadini i fallimenti gestionali di una società sportiva. Genova merita di meglio: uno stadio che sia orgoglio della città, non un peso per i suoi contribuenti.

Conclusione
Mentre per inspiegabili ragioni i tifosi della Sampdoria protestano sotto una gradinata che ai tempi di Riccardo Garrone chiedevano di far distruggere, il Luigi Ferraris è un patrimonio che merita visione e trasparenza, non populismo. La strada tracciata dai progetti di Populous e Oak View è la strada, con il coinvolgimento attivo di chi può investire sulla città Genova (in inglese Genoa). La proposta di Salis, al contrario, è un dietrofront che rischia di favorire interessi particolari a scapito della collettività. Genova non può permettersi di tornare indietro: il Ferraris deve essere un simbolo di riscatto, non un’ancora di salvataggio per chi non sa gestire il proprio futuro.

P.S. Per leggere gli altri post scritti su Beyond Genoa, basta scrivere Stadio, Ferraris, Storia etc. nello spazio “RICERCA”

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