
Questo è questo siete

Da Passione Genoa.
Solo una cosa: col cazzo che si vergognano. Sono sampedoriani.
Solo una cosa: col cazzo che si vergognano. Sono sampedoriani.
IL CIRCO È FINITO, TUTTA L’ITALIA HA CAPITO
Questo post sa di liberazione. Perché chiude un capitolo per sempre. Non faremo mai più riferimento a nulla che riguardi “voi”, nemmeno quando tornerete in Serie A al termine della prossima stagione perché, ormai è noto, deve andare così per accordi vari. Forse faremo un cenno quando sarà la settimana del derby, che ovviamente vincerete visto che siete nati per quello (per mettere i bastoni tra le ruote a una città che, se avesse avuto una sola squadra, sarebbe stata di dimensione internazionale), ma lo faremo come se foste un Sassuolo o un Crotone qualsiasi.
Tutta l’Italia ora sa cosa siete, ma soprattutto come siete. Ha conosciuto finalmente la vostra spocchia, la vostra ipocrisia, la vostra malcelata presunzione, la vostra arroganza, ma anche la vostra violenza. Altro che “eterna ragazza a cui tutti vogliono dare baci e che viaggia spesso per l’Europa” e altre belinate da far impallidire Freud.
Avete conquistato meritatamente una retrocessione in C al termine di campionati la cui iscrizione è sicuramente roba da visionari, poi annullata con le modalità acrobatiche che tutta la nazione conosce bene e che vi ha portati a giocare questo playout di cartone con un tandem arbitro-VAR da film comico.
Avete tirato pietrate ai vostri giocatori per poi chiedere i selfie il giorno dopo e togliere le maglie il giorno dopo ancora.
Avete festeggiato in piazza una salvezza rocambolesca, laddove vi siete sempre vantati di festeggiare grandi traguardi. Sembrerebbe già questa una grossa sconfitta esistenziale per voi, e farà male appena realizzerete quanto siete caduti in basso.
Avete campato per mesi e mesi elemosinando solidarietà spargendo ovunque come spam immagini vintage o fatte con l’AI con Vialli, Mihajlovic e Boskov per suscitare solidarietà sulle spalle di chi non c’è più.
Avete infestato i social con pagine delatorie basate sul bodyshaming verso le tifose genoane, con screenshot di qualsivoglia commento di sfottò esponendo al pubblico ludibrio tifosi di ogni età, persino calcando la mano verso tatuaggi o costumi goliardici, e poi vi stupirete se qualcuno cadrà in depressione o si farà del male dopo la gogna pubblica a cui li avete esposti.
Già, la parola “esposti” per voi è familiare, dopo i murales, la bandiera di Boccadasse col gelato in mano e le vostre “dinamiche ultras” adattate a proprio piacimento. Persino le vostre tifoserie amiche vi guardano con sdegno, tranne quelli che vivono il mondo a testa in giù.
Avete sparso letame per strada, spedito teste di maiale e proiettili anonimi, avete minacciato giuristi tramite striscioni, avete aggredito gente per strada, siete arrivati ad appendere pezze per la città fingendovi genoani contestatori. Avete persino manomesso i biglietti acquistati da alcuni per i playout con nomi ironici aggiungendo nominativi macabri e lugubri. Però nel frattempo piagnucolavate per qualcosa, perché siete fatti così da quando vi hanno fusi e fondati.
Avete frignato per qualche striscione sopra le righe in cui vi si augurava di marcire nella categoria conquistata sul campo, dimenticando che avete augurato di “uccidere fin da piccoli” i rivali delle giovanili, di pisciare sulla tomba di Villaggio e Manfredi, di disegnare una prostituta in Via Del Campo con le sembianze della nipote di Faber, di disegnare ragazzi down col biglietto in mano, di disegnare ragazze atte a praticare fellatio con la maglia n°6 molto somiglianti alla figlia di chi quella maglia la onorava, avete scritto a pagine jihadiste di bombardare la Nord, avete assaltato i vostri giocatori al domicilio (Niang, Ricci e Coda, tra gli altri), per non parlare della rima tra “guasto d’amore” e “tumore” che avete condiviso spesso sghignazzando.
Perché quando voi state sopra e fate funerali o ci andate giù pesante oltre ogni limite è goliardia, quando sfottiamo noi o il funerale è contro di voi è repressione o quelle altre parole che conoscete come ritornello.
Dopotutto il fatto che non sappiate fare altro che scrivere “C1enoano, rosicone, maalox, topi, bibini, piccioni” vi fa tanto assomigliare a quei boomer analfabeti funzionali che provano a parlare di politica o salute o geopolitica con quattro vocaboli appesi a quel poco di parte lesa che vi rimane in testa. Però come ve la ridete oh, spassosi e originali.
La verità è che non si diverte più nessuno, non dà gusto vedere che non solo siete aiutati e coccolati da istituzioni e media come se foste troppo stupidi per comprendere la realtà che quindi va edulcorata per non farvi agitare, bensì è imbarazzante vedere che godete di queste protezioni e di questi magheggi andandone pure fieri a testa alta senza la benché minima dignitosa vergogna.
Pertanto, diciamo basta a ogni riferimento alla samp proprio ora che la forbice è ampia, con noi molto sopra di voi, proprio ora che potremmo sfottervi in lungo e in largo, proprio ora che le vostre amate classifiche e statistiche su cui vi masturbate come unica ragione di tifo vi vedono in netta inferiorità. Ma non proviamo più rivalità o simpatia. Solo sdegno e compassione. E vogliamo prendere le distanze da tutto ciò che vi riguarda. Voi continuate pure a fare i bulletti social con le vostre paginette da sfigati, continuate ad essere aggressivi e prepotenti anche nella vita reale, con l’auspicio che qualcuno di buona volontà possa finalmente portarvi davanti a un giudice per vedervi rimanere in mutande. Dove, probabilmente, la parte posteriore apparirà decisamente lesa da quanto si è consumata dai lavaggi.
Addio, e vergognatevi, se potete. Godetevi tutto questo, ma senza di noi.
PG