
ANALISI LOGICA

La conoscenza è quello che serve per valutare al meglio i fatti.
Quindi, per maggiore precisione, partiamo da quasi un anno fa. Non parliamo di chissà quali novità, basterebbe un minimo di memoria storica nonché un tocco di buonsenso per arrivare a deduzioni perlomeno credibili.
Riporto pari pari dall’articolo di Dagospia del 25 giugno 2024:
“Oggi Noto ospita le nozze di Carlotta Caltagirone e Alessandro Galleni, lei figlia del famoso imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone e Rita Rovelli, lui chief strategy officier (direttore finanziario) del Genoa Calcio. Ruolo che ha ricoperto anche allo Spezia.
I due si sono già sposati con rito civile a Montecarlo (alla Mairie) a inizio giugno, adesso tre giorni di festa con parenti e amici, molti dei quali importanti e famosi.
Cosi a Noto sono già arrivati e stati avvistati i calciatori Matteo Pessina, Roberto Gagliardini e Stefano Sensi (con le mogli) ma anche l’ex sindaco di Roma e leader dell’Ulivo Francesco Rutelli e la moglie Barbara Palombelli. C’è la stilista Luisa Beccaria e ieri durante la festa alla Loggia – dove si è esibito Alessandro Ristori – c’erano anche l’attrice romana Pilar Fogliati, molto amica di Carlotta, e la speaker ei Radio 105 Camilla Ghini, anche lei amica della sposa.
C’è pure la principessa Giacinta Ruspoli. Tornando al calcio, tra gli invitati/ospiti anche Marianna Mecacci, super manager sportiva e agente di Sandro Tonali e Francesco Camarda. La lista degli invitati è poi arricchita da importanti nomi della finanza e della politica italiana e non è detto che non arrivino anche alcuni dirigenti del Genoa o agenti di calciatori come Giuseppe Riso, con il quale lo sposo ha fondato avanti il progetto Grsport.
O gli stilisti Stefano Dolce e Domenico Gabbana, considerando che a Montecarlo per il rito civile, la sposa scelse proprio un abito degli stilisti italiani. Oggi il giorno del rito religioso celebrato in una Cattedrale abbellita con delicatezza e gusto. In serata la festa a Villa Elena con tema -Un sogno siciliano-“
Ecco: diciamo che di spunti o di pettegolezzi assortiti da qui se ne potrebbero tirare fuori a iosa. Compreso la vicinanza con uno di quei “nomi” che in Italia comandano a piacimento da più di vent’anni.
Specifichiamo quali sono le responsabilità del CSO in un’azienda?
“Un Chief Strategy Officer (CSO) è un dirigente di alto livello responsabile dello sviluppo e dell’attuazione della strategia aziendale a lungo termine di un’organizzazione. Valuta le condizioni di mercato, identifica opportunità e rischi e formula piani per raggiungere un successo duraturo e un vantaggio competitivo.
Il CSO riporta in genere al CEO e collabora con altri dirigenti di alto livello per garantire l’allineamento e l’attuazione del piano strategico.
Il chief strategy officer (CSO) è responsabile della formulazione e della gestione della strategia aziendale, che comprende lo sviluppo della visione generale e della missione dell’organizzazione in cui opera, la supervisione della pianificazione strategica e lo stanziamento di risorse in ambito di fusioni e acquisizioni (M&A), partnership, joint venture, alleanze strategiche e sviluppo interno. Si tratta, in sostanza, dello stratega incaricato di operare le scelte più giuste per la società, con lo scopo di potenziare le iniziative strategiche, realizzare gli obiettivi aziendali e promuovere la crescita finanziaria.Quella del chief strategy officer è una posizione relativamente nuova e riflette la tendenza delle imprese di espandere il proprio raggio d’azione, sia per necessità operative sia per esplorare nuove opportunità”.
Allora…probabilmente parliamo di quelle attività che cercano di aumentare attraverso operazioni “perimetrali” il valore del brand Genoa. Se pensiamo a quello che è stato fatto negli ultimi tre anni…possiamo parlare di uno staff che raggiunge prestazioni mai viste prima. Perlomeno dalle nostre parti.
Da allora sono aumentate le “interazioni” con la GRSport, dell’appunto oramai onnipresente Riso. Cose che fanno storcere il naso ai perbenismi, ma che purtroppo sposano appieno le linee guida delle ultime stagioni: le agenzie hanno “sostituito” le società di calcio. Mi spiego meglio? E’ come se le società di calcio “noleggiassero” i calciatori e le agenzie ne possedessero la proprietà. Non capire cosa comporta il tutto significa alla fine perdere tutto il tempo del mondo a recriminare, insultare, creare false speranze e soprattutto continuare a ragionare come se il mondo si fosse fermato a 20 anni fa. Attenzione: non sto dicendo che sia meglio così, anzi. Il sistema-calcio (minuscolo) dovrebbe operare in maniera più saggia restituendo al calcio stesso una visione più “sportiva” e meno da “wrestling improvvisato”. Il problema è che nel calcio con una accurata e specifica comunicazione si riescono ad ottenere tanti di quei vantaggi economici che anche le intenzioni migliori vengono ribaltate. Rigorosamente verso il basso. O verso l’alto, a seconda di chi legge.
Queste le tabelle con il valore di acquisto dei mercati del passato:
ANNO 2010
Ezequiel Lavezzi: 26,5 milioni di euro
Javier Pastore: 24,8 milioni di euro
Diego Milito: 22,2 milioni di euro
Samuel Eto’o: 20,0 milioni di euro
Marco Borriello: 17,0 milioni di euro
ANNO 2015
Dybala: 32 milioni di euro
Kondogbia: 30 milioni di euro
Bacca: 30 milioni di euro
Alex Sandro: 26 milioni di euro
Romagnoli: 25 milioni di euro
ANNO 2020/21
Abraham – 40 milioni di euro
Nico Gonzales – 23 milioni di euro
Maignan – 13 milioni di euro
Vina – 13 milioni di euro
Dumfries – 12,5 milioni di euro
Capite bene che soffermarsi a parlare, nel 2025, su un’eventuale vendita di un profilo fortissimo che sarebbe comunque però destinato a partire da riserva per 20 milioni…diventa persino complicato.
Sopratutto quando i numeri dicono che questo sistema calcio imperniato sulle cosiddette “7 SORELLE” (ora…quante sono?) non solo ha sostanzialmente stufato e rotto i coglioni…ma quando è evidente che le gestioni ed i bilanci spingono unicamente verso un baratro sempre più profondo. Dove NON ESISTE SOCIETA’ CHE NON DEBBA PRIMA VENDERE. Tranne il Como, vero. Che per quanto mi riguarda sono alla stregua di un Sassuolo comunque. Vorrà dire che sostituiranno quell’altra società che tanto faceva “simpatia” e che oggi invece sta sul belino a tutti.
Un baratro da dove probabilmente nessuno riuscirà ad uscire perchè il calcio è finito nelle mani di gente che il calcio non lo ha mai fatto sul serio: Americani, Arabi, gente dell’est asiatico, Indiani. Gente col grano ma senza tradizione. Ed allora le soluzioni saranno quelle dell’entertainment, del “seguitissimo” mondiale per club, delle porte ingrandite, delle partite giocate a Dubai e dei soldi che gireranno sempre più veloci, sempre più rapidi…sempre senza una direzione mirata e soddisfacente per i tifosi.
Alla stregua del matrimonio di un Bezos…che viene a Venezia e fa quel cazzo che vuole al grido: “E ma porta soldi”.
I tifosi continueranno a pagare per spettacoli che non potranno mai ambire a vincere un oscar.
Ci accontenteremo delle decennali nomination a spot?
Per ora mi accontento perchè c’è il Genoa…e vale sempre il concetto del “ditemi dove si gioca e quando…”.
E’ anche vero che però…quella bellissima sensazione di provare a vivere “fantasie che volano libere” è definitivamente andata a farsi fottere. Non oggi eh…che sia chiaro…
E chi pensa che questo discorso valga solo per il Genoa…si faccia due conti…e scopra da solo che se dovesse andare come sta andando…non vedremmo i Mondiali da protagonisti da 16 anni.