DA LEGGERE e magari condividere

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“Abbiamo ricevuto forti pressioni per salvare la Sampdoria da molti club, alcuni impensabili, e da vari organi politici”.
Due anni dopo le parole dell’Ad di Banca Sistema lo scandalo dilaga Con un’operazione ai limiti dell’indecenza il Palazzo del calcio ha deciso, a campionato concluso e a verdetti già emanati, di tentare l’impossibile pur di provare a mantenere la Samp in B. Gli scenari che ora si aprono sono spaventosi: si va verso un’estate di polemiche, ricorsi e controricorsi e tutto per l’indegno servilismo della FIGC verso i club con un brand da salvaguardare
Lo scandalo Sampdoria con cui la FIGC ha consapevolmente scelto di esporsi al pubblico ludibrio è talmente vergognoso da rasentare l’incredibile, direi l’inaudito. Con una mossa da gioco delle tre carte, cioè truffaldina, quando il campionato di Serie B si era ormai concluso e aveva espresso i suoi primi verdetti, le due squadre direttamente promosse in A (Sassuolo e Pisa) e le tre direttamente retrocesse in C (Cosenza, Cittadella e Sampdoria), e in attesa di conoscere i verdetti che sarebbero scaturiti da playoff e palyout subito iniziati, il Palazzo del pallone ha pensato bene, nel chiaro ed evidente intento di provare a sottrarre alla Serie C il club più blasonato del bigogno, cioè la Sampdoria, di inventarsi un marchingegno diabolico – la penalizzazione di 4 punti del Brescia per irregolarità e ritardi nei pagamenti fiscali – che fin da oggi ha prodotto l’effetto di paralizzare non solo la disputa dei playout (la sfida tra Salernitana e Frosinone è stata sospesa perchè col Brescia in C il Frosinone sarebbe salvo e la Salernitana dovrebbe vedersela con la Sampdoria riaffiorata al quartultimo posto) ma l’intera estate del calcio: destinata a trascorrere tra polemiche roventi, ricorsi e controricorsi, giudizi di primo, secondo e terzo grado e con qualsiasi scenario possibile, compreso quello di vedere schierate al via nel prossimo campionato di B non 20 squadre, ma 21 o 22.
L’importante è che ci sia la Sampdoria. Siamo davanti a una telenovela indecente che va avanti da due anni (e di cui scrivo, in perfetta solitudine, da due anni) in cui assistiamo a sconcezze commesse alla luce del sole senza nemmeno fare finta di provare a nasconderle (di provare a nascondersi). Leggete questo titolo della Gazzetta dello Sport del 27 luglio di due anni fa (2023): Riguarda la Sampdoria. Che per le stesse inadempienze che oggi la Procura Federale contesta a giochi fatti al Brescia penalizzandolo di 4 punti e di fatto retrocedendolo in Serie C, è stato penalizzato – sempre a campionato concluso – di 2 punti da scontare però nella stagione successiva. Cosa che in effetti avvenne: la Samp si presentò ai nastri di partenza del campionato di serie B 2023-24 a -2 e a fine torneo si piazzò al 7° posto. Appena passata di mano da Ferrero a Manfredi & Radrizzani, la Sampdoria era due estati fa a forte rischio fallimento; ma come scrissi al tempo, si mise in moto un gigantesco meccanismo di misericordioso pronto soccorso a ogni livello (federale, politico, bancario) che fece sì che il club scampasse al fallimento, concordasse col Tribunale di Genova un piano di risanamento e ristrutturazione del debito a dire il vero ridicolo (e naturalmente disatteso e fallito: prevedeva che la Samp tornasse subito in A e ci restasse nella stagione successiva) e si schierasse al via del campionato di B 2023-24 bella come il sole e – udite udite – con il più alto monte ingaggi di tutta la serie B.
Aveva le pezze al culo ma strapagava i suoi giocatori come se ancora giocassero in Serie A. La domanda che tutte le persone di buon senso e dotate di un minimo etica si ponevano era: come mai la FIGC che non aveva avuto remore, per inadempienze infinitamente minori di quelle commesse dalla Sampdoria, a cancellare dal calcio il Chievo ea spedire in Serie D la Reggina, aveva avuto un simile riguardo nei confronti del club blucerchiato? A rispondere alla domanda era arrivato, bel bello, questo signore che vedete in foto: e cioè l’Ad della banca corsa in soccorso della disperata Sampdoria, Banca Sistema, che senza tanti giri di parole e forse senza rendersi conto della gravità delle sue affermazioni, almeno ricondotte al contesto sportivo, raccontò papale papale che la sua banca aveva sentito “l’obbligo morale di dare una mano alla Sampdoria” dopo avere “ricevuto forti pressioni da moltissime altre società, alcune delle quali impensabili, da vari organi politici e amministrativi, nazionali e locali”. L’Ad di Banca Sistema Gianluca Garbi ci diceva insomma che anche illustri e “impensabili” società di calcio avevano fatto pressioni perché la Sampdoria, che era un morto che camminava, era tenuta in vita. Ma quali erano, o quale era, la società che tanto a cuore aveva le sorti del club blucerchiato? Io un’idea di chi potrebbe essere stata, dopo aver letto le carte dell’Inchiesta Prisma della Procura di Torino sui club succursali che in Serie A e in Serie B (tra cui la Samp in prima fila) avevano un rapporto di vassallaggio nei confronti di un grande e rinomato club l’avrei. A pensare male si fa peccato, ma spesso s’indovina no? E comunque, forse non lo sapete: ma poichè nel calcio si rende a volte necessario ricorrere al ripescaggio di un club che prenda il posto e sostituisca un club che la giustizia sportiva retrocede per i più svariati motivi nelle serie inferiori (capita solo ai club che non hanno un brand come Reggina e Chievo, per l’appunto), questa per il Palazzo poteva essere l’occasione buona: si manda in C il Brescia non dandogli nemmeno l’opportunità di chiedere il patteggiamento (e perché poi? Lo hanno dato a tutti, alla Juventus che si era macchiata di una montagna di illeciti, a Fagioli e Tonali che scommettevano sulle partite, a Inzaghi e Calhanoglu che avevano rapporti non consentiti con tifosi malavitosi, perché negarlo al Brescia?) e tuttavia nemmeno questo avrebbe risolto i problemi del Palazzo. Perché – mannaggia alla miseria come direbbero a Napoli – le maledette regole della giustizia sportiva impediscono che a usufruire del ripescaggio sia un club che nelle cinque stagioni precedenti abbia ricevuto penalizzazioni: come la Sampdoria, appunto, che nell’estate 2023 è venuta penalizzata come abbiamo appena visto di 2 punti. E allora? Allora si rendeva necessario buttare all’aria il mazzo di carte (truccate) e scombinare completamente i piani.
La Samp è retrocessa e non può essere ripescata? Mandiamo in C un’altra squadra e vediamo cosa succede. Nella peggiore delle ipotesi, la Sampdoria avrà almeno la possibilità di giocare la permanenza in B nel playout con la Salernitana; nella migliore e più probabile delle ipotesi, il papocchio innescato dalla Procura federale porterà a un corto circuito racconto da rendere necessario, per poter ripartire nell’agosto prossimo proprio come dopo il famoso “caso Catania” del 2003 che portò nel 2004-05 all’allargamento della Serie A a 20 squadre e della Serie B a 22 squadre, ricorrendo a un ampliamento della Serie B 2025-26 a 21 o 22 squadre pur di continuare ad ospitare la tanto amata e intoccabile Sampdoria. Assistere a questa ennesima buffonata, a questa volgare baracconata escogitata per compiere l’ennesimo scempio dei regolamenti fa male. I reggitori del calcio, lo sport più amato dagli italiani, hanno ormai avvelenato tutti i pozzi: ovunque ci si volti c’è solo melma. Per non dire merda.

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