
Il Relitto

Sampierdarena. Il relitto fluttua onusto come un tappo di sughero tra Serie C ed Eccellenza, sopra a cavalcioni tutti come formichine a lustrare uno scalmo mezzo rotto e verdognolo. Se si arriva a riva ziti fumanti al pesto. Lucidare la barca che affonda: passaparola.
Finito però il tempo in cui l’esiliato d’altura, dal suo paradiso fiscale, offriva scialatielli col tocco. Bonaccia.
Dopo Ferrero, Maifredi, e l’ora del Tey, tornano a galla altri blasonati: Come Se Fossi Al Thani, Di Silvio. Tutti a fissare l’orizzonte, vuoto.
L’unico vento è quello del comunicato
Serve solo a far finta che qualcosa ci sia. Il centro sportivo è chiuso, l’acqua non scorre, nessun allenamento. Neppure il biondo parla più. Vaneggia il critico incompreso, l’arbitro teme di finire a commentare la Lega Pro alla bocciofila. Ma ci sarà ancora una bocciofila? Appunto: chiedere a Salis.
Saldi alla Super Basko, giocatori dispersi tra fuga e “rompete le righe”.
Poi i politici:
Bucci, ex sindaco, ora in Regione, amico di Toti, solerte e concitato. L’amico dell’uomo del viaggio a Singapore, in cerca di investitori mai visti se non nei Panama Papers.
Salis, tecnicamente mai amministrato nulla, sbarcata a Genova dove deve pur dire conto terzi la sua sullo stadio. Rassicura, media, contiene: tutto tranne fare. Sa che il suo compito è evitare che venga mai in mente a un privato alla Commisso di uscirsene con l’idea di uno stadio e una cittadella dello sport decente.
Nel frattempo, Vidal a parte, il tutto si svolge in un paesaggio in cui nessuno sa davvero dove stia andando.
Tra qualche mese, qualcuno dirà che di Sampierdarena non si sa più che farsene. Ma per ora, ci sono le elezioni, nessuno sa come dirlo. Bucci corre, agita le braccia, , come un attore in un copione che non sa come finire, agitandosi senza fare nulla di concreto. La Salis, altrettanto agitata, si affaccia sulla scena, poi, in odor di lattuga, non pronuncia la battuta.
E mentre si affannano per non prendersi qualche petardo, tutto si muove senza avanzare, la vera magia è che nessuno sembra accorgersi che non sta accadendo niente. Solo promesse, prestiti mascherati da soluzioni, proclami da teatro dell’assurdo. Il Ferraris ha una tribuna stampa larga e messicana,
C’è non lontano un solo skybox dove ci sia chi ha del grano
Serpeggia la certezza che, quando le nebbie si diraderanno e tutti avranno trovato un rifugio, la realtà sarà lì da accettare: il Genoa 1893 — non solo promette, ma in un Ferraris, riempito di entusiasmo, disegna già con Ahanor e Venturino il suo futuro