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Un Progetto oltre il Ferraris: Tra Ambizioni, Polemiche e una Visione Alternativa

La situazione dello stadio Luigi Ferraris di Genova sta diventando un argomento sempre più caldo, con voci e indiscrezioni che circolano su possibili decisioni della nuova amministrazione comunale. Con ridicola sicumera pare che la sindachessa, che non aveva neanche ancora completato la formazione della giunta, avesse già la massima urgenza per dover convocare le squadre cittadine – una delle quali manco si sa dove e se ancora giocherà – per dare  le linee guida su come gestire il futuro dell’impianto simbolo della città. C’è appena stata una rivolta nelle carceri di Marassi e la signora ha il pepe al culo per dirla in greco antico perché c’è tra i cittadini chi dice: le carceri vanno costruite nuove lontano dallo stadio.  Tuttavia, ecco uscire le sue presunte posizioni – filtrate da fonti non ufficiali – che generano reazioni accese, soprattutto tra i tifosi e le società sportive che vedono nel Ferraris il cuore pulsante del calcio genovese.

Secondo quanto trapela, il Comune avrebbe posto una serie di paletti rigidi per il futuro dello stadio: no a contenuti commerciali, no all’aumento della capienza, no a una gestione di lunghissima durata da parte delle società sportive (Genoa e Sampdoria) in cambio di un loro contributo economico alla ristrutturazione, e ovviamente un no secco allo spostamento del vicino carcere di Marassi. Il progetto, sempre secondo le indiscrezioni, punterebbe a un intervento finanziato interamente con fondi pubblici, trasformando il Ferraris in uno spazio polifunzionale dedicato non solo al calcio, ma anche a concerti, teatro estivo e attività espositive, sociali e ricreative. Un’idea che, se da un lato potrebbe ampliare l’utilizzo dell’impianto, dall’altro sembra trascurare le esigenze della principale squadra della città che ha il tutto esaurito da due anni . Non pervenute le esigenze della squadra ospite che da decenni ne fa abusivamente la sua presunta casa. Non sanno neanche dove giocheranno.

Questa visione, però, andiamo a esaminarla da vicino : non convince affatto.

C’è chi, tra i tifosi e gli addetti ai lavori, propone un approccio radicalmente diverso, che metta al centro le esigenze della società sportiva Genoa cricket and football club 1893 in costante evoluzione e che desidera un premio per i suoi sostenitori, che il Ferraris l’hanno salvato, senza gravare esclusivamente sulle casse pubbliche.

Una proposta alternativa, per esempio, potrebbe essere quella di preservare l’identità storica del Ferraris, un gioiello architettonico che porta con sé il peso della tradizione del Genoa, il club più antico d’Italia, puntando su un modello che valorizzi il calcio femminile, con le Genoa Women, fresche neopromosse in serie A che potrebbero attirare un pubblico crescente, forse persino superiore a quello di alcune partite degli ospiti incapaci di riempire lo stadio anche in momenti difficili salvo con tariffe a dieci euro.

Si potrebbe immaginare un Ferraris rinnovato completamente a spese del comune come vuole la Sindachessa, senza che il Genoa ci metta un euro e in cui il Genoa venga risarcito della non gradita coabitazione; dunque un Ferraris con una capienza adeguata ma non stravolta, che ospiti in alternanza le partite di Genoa Women e se non fallisce Sampdoria, mantenendo l’impianto come fulcro del calcio cittadino grazie al trasferimento lì del Museo del Genoa, attualmente situato al Porto Antico, all’interno dello stadio, creando un polo culturale che celebri la storia del club e della città.

Parallelamente a spese della proprietà e in sinergia con altra politica un nuovo stadio, costruito in basso Piemonte, con il coinvolgimento di studi di architettura di fama internazionale come Populous o Oakview, noti per aver realizzato impianti iconici in tutto il mondo. Un’arena moderna, da 45.000 posti, capace di competere con le grandi cattedrali del calcio europeo, finendo con l’essere un’opzione per chi vuole guardare al futuro senza dimenticare le radici e lì anche i campi di allenamemto delle giovanili. Certo, un progetto del genere richiederebbe un business core di grande portata, ma rappresenterebbe una svolta epocale per il calcio genovese. Ed è possibile implicando un grande sponsor, c’è chi dice MSC per esempio. Un grande centro commerciale competitivo quanto Serravalle.

Tuttavia, il nodo centrale rimane il dialogo tra il Comune diretto dalla Sindachessa e le società sportive. Le indiscrezioni sulle posizioni rigide dell’amministrazione, se confermate, rischiano di alienare le tifoserie e di complicare un percorso già di per sé complesso. La paura di un possibile fallimento della Sampdoria, che potrebbe trascinare il club in categorie inferiori, rende la questione ancora più delicata. La città non perde assolutamente nulla in termini di valore sportivo e culturale se la Sampdoria riparte dall’eccellenza o stagna in serie b e se invece si trasforma il Ferraris in un contenitore generico che snatura la sua vocazione calcistica è cosa a rischio e pericolo del Comune . Se ne assuma la Sindachessa la responsabilità. 

Se è all’altezza, se lo restaura e Genova si tiene il Ferraris all’altezza del suo passato per le Woman e per un’eventuale Next Generation Genoa, ma si apre un sogno coraggioso per il futuro: uno stadio che sia orgoglio della tifoseria.

La sindachessa, appena insediata, in ogni caso deve prenderla a nostro avviso molto più bassa portando rispetto alla proprietà del Cricket : Genova non merita le sue mezze mediocri misure.



https://populous.com/collections/soccer-football-stadiums

https://www.oakviewgroup.com/ovg360/stadium-clients/

 

 

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