
UNO SCOGLIO NEL MARE IN TEMPESTA

“E’ la vita Signori…è il Football”
Così chiudeva il monologo Tony D’Amato (Al Pacino). Ci Piace? Non ci piace? La risposta, purtroppo è che non gliene frega niente a nessuno.
Così mentre abbiamo visto andare via per 20 milioni una giovane promessa, abbiamo vissuto un torneo che ha ottenuto il più basso share di pubblico degli ultimi 20 anni, osserviamo annaspare tifosi che mentre gli indichi la Luna loro stanno fermi e sorridenti a guardare il dito (e non parlo di Genoani) ci rendiamo conto che il disgusto sta diventando distacco.
Il carrozzone-Calcio, un sistema basato sul debito di cui riusciamo a percepirne il cattivo odore solo quando trasmissioni come Report ci informano su come la baracca sta su magicamente anche se non munita di fondamenta. Quelle sono state create ad arte dal peggio del peggio.
E’ brutto aprire la GdS e leggere che l’Inter, una società sportiva che tecnicamente sarebbe fallita da quattro anni, tratta giocatori come Frendrup e lo fa con la spocchia del “milionario che porta via la giovane fidanzatina al contadino”. Dico Frendrup ma potrei dire Lookman, giocatore per il quale la società milanese (o cinese? o americana? o di Hong Kong? Non lo sanno nemmeno i tifosi di chi è la società…a dire il vero non lo sa manco Gravina ma nel dubbio…lui garantisce…) innanzitutto viola le regole etiche parlando prima col calciatore e poi con la società. E’ lo stesso personaggio che bloccò la trattativa di Zamparini indicandogli di andare in altri lidi che li “c’era lui e non voleva concorrenza”. Ed il baraccone sta in piedi perchè anche le testate sono “vincolate al carro”. Una politica che ha inebetito il già poco intelligente “sistema-calcio” portando a ragionare il tifoso alla stregua di un compratore compulsivo all’ingresso dell’Outlet di Serravalle.
Avete letto qualcuno che scriva “un calcio che investe MILIONI su De Bruyne e Modric, ma potrei dire su Douglas Luiz (50 milioni!!!) o lo stesso Lukaku (ma potrei dire Sommer o Vazquez della Cremonese…) è destinato a non generare frutti ed ad indebitarsi ulteriormente”. Stanno ripercorrendo il percorso del calcio americano, quando il Cosmos comprava Pelè e Chinaglia. Il livello è quello.
La verità è che i sistemi “evoluti” investono su elementi che devono fruttare in termini di resa e vendita. Troppo facile pensare all’Inghilterra, il cerchio bisognerebbe restringerlo a chi ormi FA CALCIO senza avere ripercussioni con la finanza e gli spostamenti estero su estero.
Il Genoa, vuoi per necessità, vuoi per volontà o “semplicemente” (cit. Sucu) per scelta sta seguendo un progetto tangibile, visibile e soprattutto SERIO.
Investe sull’immagine per rivenderla all’estero. Incentrando tutto sul suo valore più alto: il suo pubblico. Che, insieme alla data di nascita (1893 – PRIMA DI TUTTO E PRIMA DI TUTTI…giusto ricordarlo a tutti che la Storia non si inventa né si modifica) è un valore inestimabile, ineguagliabile ed inimitabile.
Tecnicamente il Genoa si riproporrà con la stessa guida tecnica con cui ha terminato brillantemente lo scorso torneo. Uno staff numeroso e di livello, al quale si è unito il nuovo preparatore atletico. Ha affrontato una preparazione probabilmente differente per volumi e sforzi, con una lista di amichevoli tra Spagna e Italia che da subito alzerà il livello degli impegni.
La rosa completata a fine luglio è un qualcosa che non da “dividendi immediati” ma fa da cartina di tornasole su quello che sono le intenzioni: si investe su gente di 20/25 anni, si lavora sugli acquisti di giovanissimi talenti, imposta un concetto di “gruppo” con gente solida: va via Bani (che ringrazio per quanto ha fatto e dato, riconosco l’emozione del commiato ma…ricordo a tutti che alla fine è stata una scelta professionale ed economica…un dettaglio che abbatte il sentimentalismo, non sposta l’opinione che ho di Bani ma chiarisce che un anno in meno di contratto non avrebbe cambiato tutto quanto…avrebbe evitato anche lo struggente addio…evidentemente non per tutti) ed arriva Ostigard. Hai preso Gronbaek, Cuenca, hai Venturino, Ekathor, Fini e Norton. Aggiungo Marcandalli ed Otoa, arrivando fino a Masini.
Quello che appunto è riuscito a fare il Genoa con Masini è quello che si potrebbe o almeno si dovrebbe provare a fare ovunque. Perchè, e qui ritorno ai concetti di inizio articolo, il buonsenso e la competenza non possono essere chiusi in un cassetto solo “perchè il mondo va avanti così”. Le risposte di trovano nella SEMPLICITA’:
Nel definire le linee guida
Nel provare a realizzarle
Nell’intervenire in caso di bisogno
Chiudo (qualcuno dirà finalmente…) con un concetto comprensibile da tutti: il Genoa è uscito da una logica di “dipendenza” dal mercato degli agenti tipo “Non paghi le fatture, allora ti metti sotto contratto anche questo qua”.
Non prende contropartite in cambio, si va a prendere quello che “c’è in lista”.
Ed a volte non si riesce, altre volte si sfiora soltanto il risultato, altre volte invece si riesce a sorprendere. Quello che resta è la consapevolezza che chi tratta con il Genoa attuale ha di parlare con gente seria.
Mi perdonerete se tanto mi basta per essere contento e fiducioso.
Che volete farci…alla fine…sono uno SEMPLICE pure io…
ORIGINAL ANTISAMP